Recentemente ho letto un articolo da ilSole24Ore, riguardo l’accordo tra Audi (gruppo Volkswagen) ed Enel, per la gestione della nuova mobilità in vista del lancio di un nuovo Suv della casa tedesca, completamente elettrico, allego l’articolo per maggior chiarezza:

Enel e Volkswagen, il gruppo tedesco che distribuisce il marchio Audi, hanno annunciato ieri un memorandum di intesa per includere alcuni servizi di ricarica nell’offerta di acquisto di Audi e-tron: un Suv al 100% elettrico che farà il suo debutto nel 2018. Secondo l’accordo, gli acquirenti privati e aziendali avranno accesso a pacchetti di servizio per la ricarica del mezzo, come l’installazione di un’infrastruttura apposita nel proprio garage.

Il vantaggio è reciproco. Audi approfitta dell’accordo per promuovere il lancio del suo primo modello del tutto elettrificato, dopo aver già incluso nella sua gamma vetture mild-hybrid (a ibridizzazione leggera) e hybrid plug-in (auto a propulsione ibrida che possono essere ricaricate con fonti di energia esterne). Enel tenta di mettere a frutto il mercato della mobilità elettrica e le sue ricadute sulla vendita di energia. Come spiega Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia, «l’accordo con Enel si basa sull’avvicinamento di due provider per accelerare sull’elettrificazione: noi ci occupiamo di mobilità, loro dell’energia – dice – Spingiamo su un processo che ci vede ancora buoni ultimi in Europa».

L’intesa farà sì che l’acquisto dell’auto comprenda alcune offerte per servizi di ricarica già al momento del prelievo alla concessionaria o nei punti di vendita Audi in Italia. Un “pacchetto” che rientra in una strategia già definita sul medio termine, in linea con gli investimenti della concorrenza. Il marchio dichiara di voler introdurre «almeno 20 veicoli elettrificati» nell’arco dei prossimi otto anni, cercando di cavalcare un business che fa ancora fatica a decollare in Italia. In questo senso, il patto appena siglato rientra «in una serie di accordi per evidenziare la convenienza di passare da diesel all’elettrico – dice Longo – È un pacchetto per abbattere le condizioni negative sul mercato» . L’Audi e-tron si presenta con performance ambiziose, a partire da un’autonomia di 500 chilometri: «Con gli ultimi modelli scompare la “ansia da percorrenza” – conferma Longo – ora bisogna lavorare sul resto».

Quando parla del «resto» Longo allude alle carenze infrastrutturali che frenano la diffusione di vetture elettriche. Una maggiore distribuzione di colonnine potrebbe rendere il concetto stesso di auto elettrica più familiare e meno “rischioso” agli occhi della clientela. L’occasione è già stata fiutata da Enel all’interno dei suoi piani di sviluppo, con il lancio di un brand dedicato alla mobilità elettrica: Enel X, inugurato a novembre per «sfruttare le possibilità della trasformazione energetica».

A partire dal business delle auto elettriche, giudicato «economicamente vantaggioso» dal responsabile Enel X Francesco Venturini. Il gruppo sta cercando capitalizzare il cambio di modello nell’automotive con l’installazione di 7mila colonnine entro il 2020, per salire a un totale di 14mila nel 2022. Stando a quanto dichiara Enel, nel solo 2018 dovrebbero essere posati 2.500 caricatori, con una «copertura capillare» in tutte le regioni italiane. Sempre all’interno della stessa traiettoria si inserisce Eva+ (Electric vehicles arteries), un progetto cofinanziato dalla Commissione europea e finalizzato all’installazione di 200 punti di ricarica veloce sulle tratte extraurbane italiane. In ogni caso, precisano da Audi, l’aumento delle caricatori è solo il primo di una serie di step che devono essere affrontati per rendere più appetibile l’acquisto di vetture elettriche sul nostro mercato.

«Oltre all’integrazione di più colonnine – spiega Longo – servono app per la gestione dei dati e l’incremento dell’offerta di vetture al 100% elettriche». L’Italia, però, è solo una delle mete finali di vendita. Tra i bacini internazionali, Audi guarda soprattutto al Far East e al Nord America, con un occhio di riguarda per la Cina. «Se si parla di mercati per la vendita, guardiamo a una regione importante che si chiama Cina. Non per cultura ecologica ma per esigenze di adeguarsi alle norme anti-inquinamento – dice Longo – Oltre, ovviamente, al Nord America.

 

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